MUSEO GREGORIANO ETRUSCO DEL VATICANO - ROMA

ingresso ai Musei Vaticani su viale Vaticano, in territorio italiano.
Palazzo Orsini (o Castello Guglielmi) - Montalto di Castro - VT
Il nome "Guglielmi" è legato alla famiglia che acquisì la proprietà in seguito.
I marchesi Guglielmi di Vulci sono una nobile famiglia di Civitavecchia, originaria del borgo umbro di Legogne, presso Norcia (ora vi abitano quindici abitanti) I Guglielmi si interessarono soprattutto ai siti archeologici, quale quello di Vulci, e misero insieme una prestigiosa collezione di manufatti etruschi,
conservati prima nel loro palazzo di Civitavecchia, poi, nel 1935, donati ai Musei Vaticani.
La Sala IX è interamente dedicata alla collezione dei marchesi Guglielmi di Vulci, che si formò nei primi decenni del XIX secolo, in seguito agli scavi condotti tra il 1828 e il 1848 nelle tenute di Sant'Agostino e di Camposcala nel territorio dell'antica città di Vulci, nello stesso contesto epocale che vide la nascita del Museo Gregoriano Etrusco nel 1837. La collezione rimase esposta nel Palazzo Guglielmi di Civitavecchia fino agli inizi del Novecento, quando venne divisa in due quote ereditarie che poi pervennero ai Musei Vaticani: la prima fu donata a papa Pio XI nel 1935 da Benedetto Guglielmi; la seconda parte, intestata a Giacinto e trasportata a Roma nel palazzo di famiglia, verrà acquistata solo nel 1987.

La Raccolta Guglielmi è composta da circa 800 oggetti che si datano tra il IX e il I sec. a.C., dall’età del Ferro (cultura Villanoviana) sino a tutto il periodo ellenistico. Oltre ai celebri bronzi etruschi e alle ceramiche locali di varia produzione e cronologia (impasto, bucchero, ceramica etrusco-corinzia, a figure nere, rosse e suddipinta), si registra una forte presenza di ceramica greca di importazione (protocorinzia, corinzia, calcidese, greco orientale, laconica, attica a figure nere e a figure rosse) per la quale Vulci costituiva uno dei principali mercati di destinazione. Il nucleo più cospicuo è rappresentato dalle ceramiche attiche, soprattutto a figure nere, secondo una statistica ricorrente in Etruria meridionale.
Vatican Museum Antiquities

Nella attigua Sala X è esposta una ulteriore selezione della Raccolta Guglielmi che focalizza alcuni aspetti della civiltà di Vulci tra la seconda metà del VI e la prima metà del V sec. a.C., attraverso gli oggetti rinvenuti nelle tombe di esponenti di rango della società di questa importante città etrusca.
Porta d'ingresso al Museo Gregoriano Etrusco
Scene della vita di Mosè e Aronne, inquadrate da cariatidi in stucco.
Nel soffitto a cassettoni, lo stemma di Pio IX (1846-1878)
sostituisce quello originario di Pio VI (1559-1565).
Ai bronzi di pregevole fattura prodotti localmente, tra cui armi, vasi per bere, parti di mobilio e altro, si affiancano le immagini della ceramica ateniese importata in Etruria. Nell’insieme ritroviamo richiami sia alla vita reale (atletismo e musica, esercizio militare, simposio) sia al racconto epico e al mondo degli eroi e degli dei (Artemide e Apollo, Eracle e Dioniso, Enea e Anchise), visti da occhi greci nel caso dei vasi dipinti, ma compresi, assimilati e rielaborati dalla società etrusca del tempo che condivideva i valori della cultura ellenica.
questo cinerario, che vuole ricordare la casa del defunto, riveste un preciso significato simbolico
e rappresenta un modello fondamentale per la conoscenza dell'architettura domestica delle capanne,
che avevano pianta ovale o rettangolare.
REPERTI DA VULCI
urna cineraria biconica da Vulci (IX sec. aC)
Specchio con Eos e Kephalos (470 a.C. ca.), proveniente da Vulci.
oro laminato decorato a sbalzo, proveniente da Vulci

corona d'oro a foglie di quercia da Vulci (prima metà sec. aC)
E' formata da numerosissime foglie di quercia, realizzate a stampo su lamina d'oro e appllicate su una faccia convessa, incernierata al centro. Alle due estremità è un aplacca con monomachia: un guerriero clamidatoin ginocchio viene colpito dall'avversario vestito di tunica e armato di scudo.
coppia di orecchini d'oro a grappolo, da Vulci (350 a
corona e gioielli etruschi da Vulci
Anello con scarabeo (fine VI secolo a.C.), oro e corniola, proveniente da Vulci. Cinerario antropomorfo d'impasto, c.d. Canopo, da VulciCinerario biconico villanoviano. Da Vulcigrande cista ovale con amazzonomachia da Vulci
bronzo decorato a sbalzo (fine IV sec. aC)

Specchio da Vulci: rappresenta Calcante che esamina un fegato (IV sec. aC)
coppia di mani con borchie in bronzo laminato e oro (VII sec. aC)

il celebre Marte di Todi (fine V sec. aC) in bronzo a fusione cava
Raffigura un guerriero vestito di corazza e originariamente, provvisto di un elmo e di una lancia, rappresentato nell'atto di compiere il rito della libagione prima della battaglia L'iscrizione dedicatoria, nella lingua degli antichi umbri, ma in alfabeto etrusco,
ricorda che la statua fu data in dono (dunum dede) da un certo Ahal Trutitis
Due unguentari plastici etrusco-corinzi (600-580 aC) - testa di Acheloo
Due unguentari plastici etrusco-corinzi (560-540):- scimmie e scimmia con piccolo
-----------------------------------------inizio
TOMBA REGOLINI GALASSI (675-650 aC)calamaio in bucchero

patera (coppa) fenicio-cipriota in lamina d'argento dorata
in oro lavorato a sbalzo, punzone, ritaglio e granulazionePer le sue dimensioni notevoli e la magnifica decorazione, si pensa che la spilla fosse un prestigioso elemento da parata Fibula d'oro della Tomba Regolini Galassi, da Cerveteri (675-650 aC)
1836-1837 generale Vincenzo Galassi e l'arciprete di Cerveteri Alessandro Regolini
coppia di bracciali a nastro d'oro con catenelle per allaccio. collana
Pettorale in oro
Oinochoe (Brocca) in argento da banchetto con iscrizione
con foglia d'oro appicata alla base dell'ansa
Collana a catena doppia, con in alto ganci a coppie di teste leonine e con tre pendenti composti da un castone a granulazione sulla fascia laterale e con inserto d'ambra del Baltico, con pendenti tre elementi biconici e quattro protomi leonine sul fondo. pisside-cratere in monocromia
-----------------------------------------------------fine
Biga arcaica (550 - 540 a.C.), in bronzo laminato e fuso, su ricostruzione lignea moderna, proveniente dalla tenuta di Roma Vecchia, rinvenuta verso la fine del XVIII secolo puntale a testa d'aquila
produzione bronzistica arcaica dell'Etruria interna (Chiusi?)
sarcofago etrusco
SARCOFAGO DEL POETA (II sec. AC) DA TARQUINIA
Oreste e Pilade sono in atteggiamento concitato presso il corpo di Egisto, amante di Clitemnestra, dopo averlo ucciso; al centro, sull’ara giace Clitemnestra, uccisa dal figlio Oreste per vendicare l’assassinio di suo padre Agamennone; presso l’ara siede Elettra, sorella di Oreste e ispiratrice della duplice vendetta; a sinistra nella scena seguente, Oreste è perseguitato dalle Erinni. Sul lato opposto seguono scene della saga Tebana: duello di Eteocle e Polinice, alla presenza di demoni funerari femminili con fiaccola, Edipo cieco e Giocasta seduta meditante il suicidio. Sui lati brevi: Telefo al campo greco minaccia di morte il piccolo Oreste; Neottòlemo sacrifica Polìssena sulla tomba di Achille (?).
-------------------------------------------------------------------
Sarcofago a rilievo policromo (secondo quarto del IV secolo a.C.), marmo
sarcofago di Velthur Vipinana
sul lato frontale della cassa è raffigurata la strage dei Niobidi, sul lato corto di sinistra la centauromachia e su quello di destra Achille che trascina il corpo di Ettore.
(coperchio originale all'Archeologico di Firenze)
Da Tuscania, 310-300 aC.
Monumento funebre con Adone morente (seconda metà III secolo a.C.), in terracotta policroma, proveniente da Tuscania.
Busto femminile (III secolo a.C.), in terracotta, proveniente da Cerveteri. statua di bambino etrusco da Cerveteri, III-II sec. aC
Statuetta di Aruspice (IV secolo a.C.), in bronzo a fusione piena, proveniente dalla riva destra del Tevere: la statuetta ritrae un aruspice, ovvero un sacerdote etrusco che interpretava la volontà degli dei, esaminando il fegato degli animali sacrificati
in terracotta policroma, proveniente da Cerveteri
terracotta policroma, proveniente da Cerveteri.
Antefissa (II secolo a.C., in terracotta con tracce di policromia.
provenienza igotaantefissa, terracotta policroma (525-500 aC) da Cerveteri
Donna presso un altare. Interno di vaso attico (450 aC), proveniente da Vulci
provenienti dall'ingresso di una tomba a camera di Vulci.
statua virile etrusca
Commenti
Posta un commento